Mostra: ECO DI UN GRIDO / SGUARDI DI PACE

Monaco buddista intento a separare rifiuti plastici monouso per lavorarli con dei macchinari
appositi e creare lana sintetica.
Nel tempio di Chak Daeng, in Thailandia, monaci buddisti e volontari raccolgono rifiuti plastici
come bottiglie e sacchetti in giro per Bangkok per poi trasformarli, tramite un processo di
lavorazione, in filamenti di lana sintetica per fabbricarne degli indumenti.
Questi vengono venduti al fine di finanziare il progetto di ripulire la città: è un modo pratico per
contrastare il grande problema di inquinamento di rifiuti plastici nel Paese.
Un importante indumento prodotto è il kesa, una veste ocra o arancione tipica dei monaci buddisti.
Il kesa viene poi donato a monasteri in tutta la nazione.
La Thailandia è un Paese attualmente non coinvolto in conflitti, questo fa sì che enti governativi e
associazioni possano investire risorse sulla salvaguardia dell’ambiente per contrastare l’aumento
dell’inquinamento di rifiuti.
L’attività promossa dal tempio Chak Daeng coinvolge la popolazione per sensibilizzarla riguardo a
questa tematica.

Mostra: FESTIVAL DEL GIORNALISMO di VERONA

Nell'ultimo decenio,circa, il fenomeno dei social network con il relativo aumento esponenziale dei social media
nella nostra società occidentale ha contituito una grande conquista nella libertà di parola e di pensiero.
Questo putroppo ha anche un rovescio della medaglia, cioè il delicato equilibrio che la libertà di parola ha con questi mezzi
di informazione, che se usati impropiamente da alcuni individui con divulgazione volontaria di fake-news e/o promuovere,
discutere di alcune questioni (qualsiasi sia il livello d'importanza o di argomento e spesso utilizzati per propri tornaconto),
possa aizzare o condizionare idee di chi legge aumentado la divulgazione di tali disinformazioni pericolose.
Anche se ultimamente i governi realizzano molte leggi e regolamenti e i vari social media attuano veri e propri filtri di
controllo il fenomeno non accenna di cessare, anzi sembra aumentare.
Il mio progetto fotografico si sviluppa in modo di evidenziare in modo figurativo l'equilibrio precario tra la relazione del
social network e libertà di parola con la conseguente  condizionamento forzato di alcune idee e l'aumento del fenomeno della
gogna mediatica, ovvero quella cattiva abitudine di infangare una persona solo per aver postato un contenuto.
L'unica arma a mio avviso è di imparare che anche su internet ogni azione equivale a una reazione e oggi più che mai
si deve accostare l'idea di librtà di parola alla responsabilità di parola.   


Mostra: SGUARDI 2020
Ispirandomi alle opere di Dalì e a Philippe Halsman, la mia ricerca in questo particolare periodo, è stata quella di dare libero sfogo alla fantasia e integrarla ad un istinto psichico sensoriale dell’uomo: la pareidolia.
Si tratta di un fenomeno evolutivo che permette di identificare volti in oggetti casuali e giochi d’ombra, associandogli istintivamente espressioni e stati d’animo.
La sfida è stata quella di trovare delle figure in facciate di case, cancelli o cantieri restando entro il limite di 200 metri da casa.
Il suo scopo è quello di invitare l’osservatore a stimolare la sua fantasia e fare affidamento alla pareidolia per identificare i volti sapendo che per ognuno di noi la percezione è diversa.
 Mostra: NATURA geometria astrazione metafisica 2019

Le linee perfette ma casuali della natura sono valorizzate dell'utilizzo del bianco e del nero, con il quale si esaltano forme e contrasti. Le cose più semplici come l'increspatura dell'acqua o delle foglie su una pietra, danno origine a suggesioni e sensazioni particolari: vere e proprie opere d'arte che energono dall'osservazione della forza, così semplicee immediata, della natura. Nell'apparente semplicità degli scatti emerge l'importanza della nartura. Terra, acqua e flora diventano un tutt'uno sospeso tra imponenza e fragilità. Tra schietezza e metafora poetica.

Mostra: ZAI 2019

You may also like

Back to Top